Tumori maligni della tiroide
TUMORI MALIGNI DELLA TIROIDE
I tumori maligni della tiroide rappresentano una netta minoranza dei noduli tiroidei, circa il 5%. Sono più frequenti nel sesso femminile ed insorgono abitualmente dopo la quarta decade di vita.
Sintomi
Spesso sono asintomatici e si riscontrano accidentalmente in corso di altri esami del collo: ecodoppler, TAC, Risonanza. Altre volte si manifestano come rigonfiamenti alla base del collo, alterazioni del tono della voce, raucedine, difficoltà a deglutire.
Diagnosi
Quando si riscontra un nodulo tiroideo, è sempre indicata una visita specialistica. Lo specialista raccoglie i dati, visita il paziente, esegue l'ecografia del collo (esame fondamentale) e richiede gli esami di laboratorio. Quando ritenuto indicato, il nodulo viene sottoposto ad agoaspirato sotto guida ecografica. Procedura poco invasiva, che consente il prelievo di cellule che vengono analizzate dall'anatomopatologo per ottenere una diagnosi citologica. Quando necessario (diagnosi citologica non dirimente) è possibile ricorrere all'analisi genetica (NGS).
I fattori di rischio, cause
L'esposizione a radiazioni ionizzanti (radioterapia nella regione del collo, procedure diagnostiche ripetute che richiedono radiazioni, incidenti nucleari) è uno dei pochi fattori di rischio accertati per il tumore della tiroide, prevalentemente se avviene in età infantile. Un altro fattore di rischio è rappresentato dalla familiarità, ovvero dalla presenza di un familiare di primo o secondo grado affetto da tumore tiroideo.
Le tipologie
I carcinomi della tiroide si suddividono in base al tipo di cellule da cui hanno origine, e all'architettura di crescita del tumore:
carcinoma papillare (75% dei tumori tiroidei): può dare metastasi ai linfonodi del collo e il tasso di sopravvivenza a 10 anni è di oltre il 95%;
carcinoma follicolare (15% dei tumori tiroidei): predilige la diffusione attraverso il sangue, con possibili metastasi a ossa, polmoni, fegato e altre sedi. La sopravvivenza a 10 anni è del 98% per i tumori minimamente invasivi (che invadono pochi vasi intorno alla capsula), scende invece a 80% nei carcinomi invasivi;
carcinoma scarsamente differenziato e anaplastico (3% dei tumori tiroidei): sono tumori generalmente molto aggressivi, prediligono l'età avanzata;
carcinoma midollare (7% dei tumori tiroidei): origina dalle cellule C, responsabili della produzione di calcitonina. Raramente può avere carattere familiare e si verifica nel contesto di sindromi genetiche, colpendo tipicamente i soggetti giovani.
Terapia
La terapia dei tumori tiroidei è chirurgica. Può essere proposto un intervento di loboistmectomia tiroidea (asportazione di un lobo e dell'istmo) o più frequentemente di tiroidectomia totale (asportazione dell'intera ghiandola). L'asportazione dei linfonodi del collo può essere necessaria nei casi di tumori maligni con sospetta o documentata diffusione linfonodale.
Dopo l'intervento chirurgico, sulla base dell'esito dell'esame istologico, il paziente può essere indirizzato alla Medicina Nucleare per l'eventuale terapia radiometabolica (somministrazione per via orale di iodio radioattivo). Per tumori metastatici che non rispondono alla terapia con iodio radioattivo, può essere necessaria una terapia medica con farmaci che hanno lo scopo di arrestare la crescita tumorale (farmaci a bersaglio molecolare). Più raramente si deve ricorrere a terapie quali la chemioterapia convenzionale o la radioterapia.
Prognosi
Pur essendo in campo oncologico la prognosi della maggior parte dei tumori della tiroide è estremamente buona.
Ciò nonostante sono consigliati controlli periodici mirati (follow-up) per diversi anni.
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